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Tag: resilienza

Self-Compassion: la forza silenziosa che migliora performance e benessere nello sport

Nel mondo sportivo, la resilienza, la disciplina e la determinazione sono qualità celebrate e incoraggiate. Tuttavia, una risorsa mentale potente e spesso sottovalutata può fare la differenza nel percorso di un atleta: la self-compassion, ovvero la capacità di trattarsi con gentilezza, comprensione e rispetto anche nei momenti di errore o difficoltà.

Essere compassionevoli con se stessi non significa abbassare le proprie aspettative o “mollare”. Significa, invece, allenare la mente a rispondere alle difficoltà con comprensione, equilibrio e rispetto, invece che con durezza e autocritica. È l’atteggiamento che permette di rialzarsi dopo una sconfitta, di imparare da un errore e di mantenere la fiducia nei propri mezzi anche nei momenti più complessi.

Secondo Kristin Neff, psicologa e ricercatrice statunitense, riconosciuta a livello internazionale come la principale studiosa di questo argomento, questa competenza si fonda su tre dimensioni fondamentali:

• Gentilezza verso se stessi (Self-kindness) vs Giudizio verso se stessi (Self-judgment)Accogliere i propri errori e limiti con comprensione e calore, anziché con critica o durezza.

• Umanità comune (Common humanity) vs Isolamento (Isolation)
Riconoscere che fallimenti e momenti difficili fanno parte dell’esperienza umana condivisa: non siamo soli in ciò che proviamo.

• Mindfulness vs Identificazione eccessiva (Over-identification)
Restare presenti e consapevoli delle emozioni, senza negarli né farsi travolgere da esse.

Nel contesto sportivo, questi tre atteggiamenti si traducono nella capacità di reagire con lucidità agli erroriaccettare le fasi di calo o gli infortuni, e ritrovare rapidamente concentrazione e fiducia.

Cosa dice la ricerca

La letteratura scientifica recente conferma che la self-compassion può influenzare positivamente il benessere e la performance sportiva.
Alcuni studi chiave mostrano che:

• Interventi brevi basati su esercizi di scrittura e consapevolezza aumentano i livelli di self-compassion e riducono ansia, autocritica e paura di fallire (Mosewich et al., 2013).

• Atleti con alti livelli di self-compassion mostrano un miglior recupero emotivo e fisiologico dopo errori o sconfitte, con una maggiore variabilità della frequenza cardiaca e minori pensieri maladattivi (Ceccarelli et al., 2019).

• Programmi di self-compassion online hanno migliorato la resilienza e la percezione di efficacia in atleti universitari, diminuendo i livelli di stress e paura dell’autocompassione (Barczak & Eklund, 2023).

• Nei giovani atleti, la self-compassion si associa a minori sintomi di burnout e maggiore equilibrio emotivo (Killham et al., 2018).

In sintesi: la self-compassion non indebolisce la motivazione, ma la rafforza.
Permette di affrontare la pressione con mente lucida e cuore saldo, trasformando ogni errore in opportunità di apprendimento.

Essere atleti compassionevoli non significa essere meno competitivi. Significa essere più resilienti, più centrati, più efficaci.
Allenare la self-compassion si può? Si, ed è come costruire un muscolo invisibile: quello che ti sostiene nei momenti di incertezza, che ti fa respirare quando tutto sembra andare storto, che ti ricorda chi sei anche quando il risultato non arriva.

Ed è proprio questo che lo psicologo dello sport, in SMA, può aiutarti a fare, perché allenare la self-compassion significa costruire una forza interiore duratura, capace di sostenere performance e benessere nel tempo.

E tu riesci a trattarti con la stessa comprensione che riserveresti ad un compagno/a di squadra o ad un amico/a?

Camilla Cavina – Consulente SMAteam

Bibliografia:
Barczak, N., & Eklund, R. C. (2023). RESET: An online self-compassion intervention for collegiate athletesPsychology of Sport and Exercise, 65, 102343. 

Ceccarelli, L., Giuliani, M., Buratta, L., & Cifone, M. G. (2019). Self-compassion and psychophysiological recovery after sport failureInternational Journal of Psychophysiology, 144, 1–8. 

Killham, M. E., Mosewich, A. D., Mack, D. E., Gunnell, K. E., & Ferguson, L. J. (2018). The roleof self-compassion in the self-regulation of motivation and well-being among young womenathletesSport, Exercise, and Performance Psychology, 7(4), 371–386. 

Mosewich, A. D., Crocker, P. R. E., Kowalski, K. C., & DeLongis, A. (2013). Applying self-compassion in sport: An intervention with women athletesJournal of Sport and ExercisePsychology, 35(5), 514–524.

Non solo corpo, ma anche mente: prepara il tuo 2025 con la forza della consapevolezza e della resilienza.

Le festività natalizie sono un periodo speciale, vero? Ma per tanti atleti e appassionati di sport, possono diventare anche una specie di trappola. Le routine quotidiane vengono stravolte, i ritmi si allentano e diventa più facile lasciare da parte l’allenamento fisico. Però, è proprio in questi momenti che il lavoro mentale può fare davvero la differenza. Allenare la mente non solo aiuta a mantenere alta la motivazione, ma migliora anche le prestazioni, sia nello sport che nella vita di tutti i giorni. Quindi, tra i buoni propositi per il nuovo anno, aggiungi anche l’allenamento mentale!

A volte, quando si parla di allenamento, pensiamo subito a ore passate in palestra o a correre sul campo. Ma la realtà è che la mente è spesso il vero protagonista. Non è solo una questione di corpo, ma anche di come reagiamo e affrontiamo le emozioni, che poi si riflettono in campo.

Invece, allenare la mente ti permette di diventare più consapevole, di riconoscere queste sensazioni e, soprattutto, di imparare a gestirle. Non è magia, è pratica! Tecniche come la mindfulness, la respirazione profonda e la visualizzazione ti aiutano a restare concentrato, calmo e a rimanere in carreggiata, anche quando tutto intorno a te sembra in movimento. Dedicare solo pochi minuti al giorno a questi esercizi può aiutarti tantissimo in questo nuovo anno, sia nello sport, sia nella vita di tutti i giorni.

Quando si parla di allenamento mentale, tanti atleti di successo ci hanno dimostrato quanto sia importante. Noah Lyles, uno degli sprinter più talentuosi degli ultimi anni, ha parlato spesso dell’importanza della visualizzazione nella sua preparazione. Fuori dal campo, dedica tempo a visualizzare ogni fase della sua corsa: il movimento delle gambe, la spinta dai blocchi di partenza, la postura e la velocità che deve mantenere. La visualizzazione non è solo un esercizio mentale per lui, ma una vera e propria strategia per prepararsi al meglio. Quando è sulla linea di partenza, sa già cosa fare, come muoversi e come reagire a qualsiasi difficoltà che potrebbe presentarsi. Lyles ha anche affermato che la visualizzazione lo aiuta a entrare in uno stato di flusso, dove il suo corpo e la sua mente sono completamente sincronizzati. Non è solo un modo per prepararsi, ma una parte fondamentale del suo allenamento quotidiano. La sua abilità di vedere il suo successo prima ancora che accada è una delle chiavi che lo rendono un campione.

Kimi Räikkönen, soprannominato “Iceman”, è famoso per la sua calma glaciale in pista, che lo ha reso un pilota temuto e ammirato. La sua capacità di rimanere impassibile anche nelle situazioni più ad alta pressione non è solo una caratteristica naturale, ma il risultato di un allenamento mentale costante. Kimi ha sempre integrato la meditazione nella sua routine, utilizzandola per mantenere il controllo mentale e ridurre lo stress durante le gare. Questo gli ha permesso di affrontare ogni sfida con lucidità, senza farsi sopraffare dalle emozioni. La sua concentrazione e serenità sono state fondamentali per il suo successo, rendendolo un “uomo di ghiaccio” tanto dentro quanto fuori dalla pista.

In fondo, allenare la mente è forse l’aspetto più potente del miglioramento, sia nello sport che nella vita. Durante le festività, tra una mangiata e l’altra, può essere facile dimenticare quanto sia importante prendersi cura di noi stessi anche mentalmente. Ma proprio nei momenti di relax e di pausa, può esserci la possibilità di rinforzare quella mente che ti sosterrà nel raggiungere i tuoi obiettivi. E se con l’inizio del nuovo anno vuoi aggiungere un proposito, fallo! Dedica ogni giorno un po’ di tempo al lavoro mentale e vedrai che ne raccoglierai i frutti, non solo nelle gare, ma anche nel tuo quotidiano.

Allenare la mente non è solo una questione di concentrazione e meditazione silenziosa: anche la tecnologia può essere un’alleata incredibile. Le app di meditazione e mindfulness sono perfette per chi vuole migliorare la propria concentrazione e ridurre lo stress senza rinunciare alla comodità del telefono. Se sei uno “smanettone” che non riesce a staccare dallo smartphone, queste app ti aiuteranno a dedicare anche solo qualche minuto al giorno al benessere mentale:

Headspace: Perfetta per i neofiti della meditazione, con sessioni guidate facili da seguire.

Calm: Un pacchetto completo per il rilassamento, con meditazioni, suoni rilassanti e anche racconti per dormire meglio.

Insight Timer: Un’app gratuita che offre meditazioni di ogni tipo, dalle più semplici a quelle più avanzate.

Insomma, se vuoi allenare la mente, oggi c’è un’app per tutto. E non devi nemmeno uscire di casa!

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