Capita a tutti gli atleti, dai principianti ai professionisti: un errore iniziale, una sconfitta parziale o un momento di difficoltà possono trasformarsi in un ostacolo mentale. La sensazione di essere “bloccati” o di smettere di crederci è comune, specialmente in situazioni di grande pressione, come un rigore sbagliato in una finale, una caduta in una gara di triathlon o una serie di errori durante una partita di tennis.
La perseveranza, tuttavia, è ciò che distingue chi si ferma da chi trova la forza di andare avanti. Ma da cosa è composta questa qualità? La perseveranza è il risultato di un insieme di fattori mentali, emotivi e pratici, quali
• Autoconsapevolezza: saper riconoscere e accettare i propri limiti ed errori senza giudicarsi troppo duramente.
• Motivazione: la capacità di mantenere viva la ragione per cui si è iniziato, anche nei momenti più difficili.
• Resilienza: la forza di rialzarsi dopo una caduta, cercando di trarne insegnamento.
• Flessibilità mentale: adattarsi ai cambiamenti e ristrutturare il proprio approccio quando qualcosa non funziona.
Come sottolineava Serena Williams: “Io non mi concentro su ciò che è contro di me. Mi concentro solo sul mio lato del campo.” Questa mentalità è un esempio concreto di come sia fondamentale decidere di portare la propria attenzione su ciò che si può controllare, piuttosto che disperdere energia su ciò che è fuori dal proprio controllo.
La perseveranza si manifesta spesso nei momenti più difficili: pensiamo a un maratoneta che, dopo un crollo fisico, trova la forza di raggiungere il traguardo, o a un portiere di calcio che, dopo aver commesso un errore, riesce a salvare la squadra con una parata decisiva. Come disse Muhammad Ali: “Non conta quante volte cadi, conta quante volte ti rialzi.
Per superare il “blocco mentale”, ci sono diverse tatticheche possono tornare utili. Per esempio, la respirazione consapevole aiuta a ridurre lo stress e riportare la mente al presente; la visualizzazione di momenti di successo passati può stimolare la fiducia e ricordare che si è capaci di affrontare le difficoltà; infine è altrettanto importante suddividere la prestazione in piccoli obiettivi, concentrandosi su un passo alla volta
Se però il “blocco” diventa ricorrente o paralizzante, uno psicologo dello sport può offrire strumenti concreti per gestire queste situazioni. Il supporto professionale aiuta non solo a migliorare la performance, ma anche a costruire una mentalità più forte e adattiva, pronta ad affrontare le sfide.
Ricordiamo che la perseveranza non significa essere perfetti, ma continuare a credere in sé stessi. Anche le giornate difficili sono parte del percorso: come disse Steve Young, leggendario quarterback della NFL, lega professionistica di Football Americano: “La strada per il successo passa attraverso il fallimento.” E ogni errore superato ci avvicina alla nostra migliore versione.
Se il 2024 è oramai un vivido ricordo nella nostra memoria, abbiamo appena concluso i festeggiamenti di questo giovane e atteso 2025. E come tutti gli inizi che si rispettino la nostra mente si proietta lontano, alza lo sguardo per quello che potrebbe accadere, si interroga sui possibili ostacoli e cerca di intuire i risvolti che il nuovo che avanza porta con sé.
Ognuno di noi vive il cambiamento con emozioni e aspettative diverse. Per qualcuno l’inizio del nuovo anno può essere una ventata di aria fresca: si chiude la porta ad un periodo negativo e ci si apre con entusiasmo e speranza ad un futuro più favorevole. Per qualcun altro può essere fonte d’incertezza ed insicurezza per ciò che verrà, le anticamere della paura di non farcela.
E in tutto questo turbinio di sentimenti, gli atleti come vivono questo periodo di passaggio? Le programmazioni sportive tendono ad alterare la percezione del tempo rispetto al nostro anno solare. Ogni atleta si costruisce una temporalità molto personale, di solito influenzata dalle gare piu importanti dell’anno, dalle giornate del campionato o dagli obiettivi del proprio programma di allenamento. Per alcuni la fine dell’anno coincide con una breve parentesi di stacco e riposo (ma solo dalle gare), mentre per altri rappresenta solo una convenzione obbligata dal calendario che non impatta in alcun modo il proprio sentire.
Sia che tu sei nel primo o nel secondo caso è bene ricordarti un concetto fondamentale per il tuo 2025: il tuo benessere non si fonda unicamente sui tuoi risultati. Dietro quei traguardi ambiziosi che ti sei posto/a c’è prima di tutto una persona, un individuo con i suoi bisogni, le sue necessità e i suoi desideri. Hai ragione questa frase l’avrai sentita un sacco di volte, ma riflettici un attimo…quante volte hai deciso consapevolmente di ascoltarla? E quante volte invece l’hai giudicata in negativo e hai deciso di allontanarla?
Non si può affermare il contrario, la mentalità sportiva richiede disciplina e sacrificio. E chiunque voglia raggiungere dei risultati deve fare i conti con questi due fattori. Eppure dietro a delle richieste così esigenti al tuo corpo e alla tua mente, per forza di cose devi considerare anche l’altro piatto della bilancia, quello che prima o poi ti chiederà indietro il conto (con gli interessi): si tratta del tuo benessere. Non sto parlando di quello a cui pensi quando vai in vacanza e stacchi da tutto, ma di qualcosa di piu profondo e personale, dato dalla sinergia di aree differenti dell’essere umano.
Immagina che il tuo benessere globale sia l’insieme di diverse aree confinanti, che spesso si influenzano tra loro:
Il tuo benessere fisico. Riguarda ovviamente il tuo corpo e per prendertene cura serve ascoltarlo realmente, accogliendo le sue fatiche senza chiedergli gli straordinari. Puoi dedicargli del tempo con delle attività rigeneranti, con delle pratiche corporee o diminuendo i tuoi carichi di lavoro.
Il tuo benessere nutrizionale. Esatto per stare bene con il tuo corpo hai anche bisogno di nutrirlo con delle abitudini alimentari equilibrate sul lungo periodo (non mi riferisco a diete restrittive o per bruciare piu calorie nei tuoi allenamenti).
Il tuo benessere emotivo. Ascoltare ciò che provi è una parte importante del tuo equilibrio. Le emozioni positive e piacevoli arricchiscono la nostra vita, ma non dimenticare di ascoltare anche quelle meno piacevoli. Prenditi uno spazio personale per imparare a conoscerle senza reprimerle. Anche loro ti comunicano qualcosa di importante di te.
Il tuo benessere relazionale. È una componente inevitabile per poter stare bene in quanto l’essere umano non può vivere senza relazioni sociali. Dedicare del tempo alle persone per noi importanti è un modo per prenderci cura di questa parte di noi.
Il tuo benessere intellettuale. La nostra mente ha bisogno di stimoli per potersi sentire viva ma non per forza dobbiamo cimentarci in attività troppo faticose per farlo. Il primo passo e conoscere i propri interessi e piaceri, dedicandoci attivamente anche solo per pochi minuti al giorno.
Il tuo benessere spirituale. Anche questa area è parte del nostro equilibrio e non serve essere religiosi per poterla coltivare. Riguarda la nostra parte più profonda, quella che richiede una riflessione su noi stessi e sulla nostra esistenza. La meditazione è una pratica molto potente per connetterci con noi stessi, ma anche il vivere a contatto con la natura ci permette di prenderci cura del nostro io più interiore.
Se pensavi che bastassero i tuoi obiettivi a portarti un equilibrio globale probabilmente sarai rimasto deluso. Ma c’è una buona notizia! Non sei obbligato a fare tutto e subito, anzi…questo momento dell’anno può essere molto importante per riflettere su come coltivare il tuo benessere in queste aree. Alcune di queste ti saranno chiare e saprai come soddisfarle da subito e magari per altre avrai bisogno di più tempo. Ma per questo, per fortuna, il tempo ci viene in aiuto perché sei proprio all’inizio del nuovo anno. E non c’è momento migliore per iniziare a prenderti cura di te stesso, non solo come atleta o come sportivo, ma soprattutto come essere umano.
Andrea
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