Perché l’errore spaventa – Parte 1
Come SMA team lavora per trasformare l’errore in crescita
Nel percorso sportivo, l’errore viene spesso percepito come una minaccia: qualcosa da evitare, correggere o eliminare il prima possibile. Tuttavia, l’esperienza clinica e sul campo dei professionisti di SMA team mostra un quadro molto diverso.
L’errore non è un antagonista da combattere: è una componente strutturale della prestazione e una delle principali opportunità di sviluppo per l’atleta.
All’interno dei progetti che SMA porta avanti con squadre, federazioni e atleti individuali, la gestione dell’errore è considerata un vero allenamento psicologico. Il modo in cui un atleta vive, interpreta e reagisce allo sbaglio influenza profondamente la sua crescita sportiva e personale.
Perché l’errore fa così paura? La dimensione psicologica
L’errore tocca corde molto profonde: mette in dubbio le proprie capacità, minaccia l’immagine di sé e attiva la paura del giudizio. Per molti atleti — soprattutto giovani — sbagliare significa rischiare di deludere l’allenatore, i compagni, i genitori o il pubblico.
Questa pressione genera ansia, irrigidimento e comportamenti di evitamento che, paradossalmente, aumentano la probabilità di sbagliare di nuovo.
Nei percorsi di SMA team lavoriamo proprio su questo: aiutare l’atleta a distinguere lo sbaglio dal proprio valore personale, rendendo l’errore un dato da osservare e non un’etichetta. È un processo che libera energia mentale e restituisce lucidità.
Errore come feedback: allenare la mentalità di crescita
Uno dei pilastri metodologici di SMA è la growth mindset.
Secondo questa prospettiva, le abilità non sono qualcosa di fisso, ma competenze che si costruiscono nel tempo.
L’errore diventa così un’informazione preziosa: indica dove intervenire e orienta il miglioramento.
Nel lavoro con atleti e staff, SMA team favorisce l’acquisizione di questa mentalità aiutando gli sportivi a:
• separare l’identità personale dalla singola prestazione;
• interpretare l’errore in modo costruttivo e non giudicante;
• mantenere motivazione e stabilità emotiva anche nei momenti critici;
• vedere le sfide come parte naturale del percorso.
La crescita psicologica diventa quindi parte integrante della crescita atletica, non un’aggiunta opzionale.
Conclusione – Il primo passo per cambiare il rapporto con l’errore
Questa prima parte mette a fuoco ciò che spesso non viene allenato abbastanza: la percezione dell’errore.
Prima ancora delle tecniche, delle routine o della revisione post-gara, è necessario sviluppare una visione più sana e costruttiva dello sbaglio.
È esattamente ciò che, ogni giorno, i professionisti di SMA team cercano di trasmettere nei loro progetti: una cultura sportiva che non demonizzi l’errore, ma lo utilizzi come materia prima della crescita.
Di Tecla Oliveri– Psicologa dello Sport di SMA team
