Nel mondo dello sport, si parla sempre più spesso di mental coaching, tecniche di visualizzazione, esercizi di concentrazione. Ma il rischio è quello di ridurre l’allenamento mentale a una lista di strumenti da applicare, come se bastasse seguire un manuale per essere “forti di testa”.
E se invece l’essenza dell’allenamento mentale fosse un’altra? Se non si trattasse tanto di “fare bene” le cose, ma di fare le “cose giuste”? Qui entra in gioco una distinzione fondamentale: quella tra intelligenza e saggezza.
Intelligenza: capire come funzionano le cose
L’intelligenza è la capacità di imparare in fretta, risolvere problemi, trovare strategie. Se capisci subito come risolvere un’equazione, se intuisci il meccanismo tecnico di un salto o il piano tattico dell’avversario, stai usando la tua intelligenza.
Nello sport, l’intelligenza ti aiuta a essere efficiente: a fare le cose in modo corretto, veloce, preciso.
Saggezza: capire cosa è giusto fare
La saggezza invece è un’altra cosa: è quella qualità che ti permette di usare l’esperienza, il buon senso e la sensibilità per scegliere bene. È la capacità di dire la cosa giusta al momento giusto, di capire cosa conta davvero in una situazione.
La saggezza è efficacia: fare le scelte giuste, in linea con i propri valori e obiettivi.
Ti guida non solo nel come, ma soprattutto nel perché.
Tecniche o consapevolezza?
Applicare tecniche senza sapere perché le stai usando può essere sterile. Magari funziona, ma non lascia traccia. L’allenamento mentale vero comincia quando ti allei con te stesso, quando costruisci un dialogo interno consapevole.
La tecnica serve quando è al servizio di un’intenzione chiara.
Altrimenti è solo un esercizio vuoto.
La saggezza mentale è quella che ti fa chiedere:
• “Perché sto reagendo così?”
• “Cosa voglio davvero da questa gara?”
• “Qual è la scelta più coerente con chi voglio diventare?”
Si può allenare la “saggezza”
Allenare la saggezza non è un lusso per filosofi o meditatori. È qualcosa di molto concreto, che si costruisce nel tempo con piccoli atti quotidiani. Ecco qualche esempio per farlo anche nello sport:
• Ritaglia spazi di riflessione. Dopo un allenamento, una gara, o anche una giornata intensa: fermati. Pensa a cosa è successo, come hai reagito, cosa hai imparato. La saggezza cresce nel terreno della riflessione.
• Allena le relazioni con gli altri. Parla con i tuoi compagni, allenatori, familiari. Ascolta davvero. Mettersi nei panni degli altri è una palestra formidabile per l’empatia e la comprensione, verso gli altri e verso se stessi.
• Impara a farti domande migliori. Vai oltre le risposte automatiche. Allenati a chiederti: “Che impatto ha questa scelta?”, “Cosa mi serve davvero adesso?”, “Sto andando nella direzione giusta?”
L’alleanza tra mente e identità
Nel lavoro con SMA, ci accorgiamo ogni giorno che gli atleti più maturi mentalmente non sono quelli che usano più strumenti, ma quelli che hanno imparato a conoscersi, a scegliere e a dare significato a ciò che fanno.
Allenarsi mentalmente, allora, non è solo allenare la mente, ma allenare una visione.
Un modo di stare nello sport che unisce prestazione e crescita personale, risultati e identità.
L’intelligenza ti fa correre veloce.
La saggezza ti fa scegliere dove andare.
Scopri come sviluppare un mindset consapevole e orientato alla crescita. Contattaci per iniziare il tuo percorso di allenamento mentale personalizzato.
Sandro Anfuso
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