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Trionfo dell’Italia alle Universiadi per una Dual Career vincente

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La Cina ha ospitato una delle edizioni più memorabili delle Universiadi con l’Italia che ha raggiunto un risultato straordinario, conquistando ben 56 medaglie, piazzandosi al primo posto in Europa e guadagnando una prestigiosa quarta posizione nel medagliere globale. Questo successo non solo celebra il talento degli atleti italiani, ma sottolinea anche l’importanza cruciale della psicologia dello sport e della dual career nell’ambito universitario.

L’Italia compie l’impresa alle Universiadi grazie alla dedizione degli atleti

L’Italia ha dimostrato una straordinaria coesione e determinazione in tutto l’arco delle Universiadi, mettendo in luce la dedizione e la passione degli atleti.
Le 17 medaglie d’oro, 18 d’argento e 21 di bronzo ottenute in numerose discipline sportive testimoniano l’impegno costante e la preparazione meticolosa che gli studenti-atleti hanno dedicato alla loro carriera sportiva.
 Tuttavia, dietro ogni trionfo si cela una realtà altrettanto significativa: l’equilibrio delicato tra lo sport e lo studio.

La dual career vincente: quando sport e studio si muovono di pari passo

La dual career, concetto sempre più rilevante nell’ambiente sportivo, sottolinea l’importanza di consentire agli atleti di perseguire contemporaneamente una carriera sportiva di successo e una formazione accademica completa. L’Italia sta iniziando a riconoscere questa necessità, constatando quanto un ambiente più favorevole sia fondamentale per gli studenti-atleti affinché questi possano sviluppare le proprie abilità sportive senza dover sacrificare l’educazione. Questa sinergia tra sport e studio non solo produce atleti ben equilibrati, ma anche individui che si preparano ad una carriera al di fuori dello sport, contribuendo così al loro sviluppo nel lungo termine.

Universiadi, l’importanza di gestire stress e tenere alta la concentrazione per affrontare le sfide competitive

Dal punto di vista mentale, il sostegno offerto agli atleti nella gestione dello stress, nella capacità di mantenere la concentrazione (allenando consapevolmente il focus ed evitando elementi di distrazione interna ed esterna) è essenziale per poter affrontare le sfide competitive.
 Gli psicologi dello sport sono professionisti in grado di aiutare gli atleti a sviluppare un Mindset dinamico e positivo, ad accogliere le sconfitte con maturità e a trarre insegnamento da ogni esperienza vissuta. Questa mentalità ottimale, coltivata sempre più attraverso la preparazione mentale degli studenti-atleti, ha consentito senza dubbio il grande successo che l’Italia ha ottenuto.

In conclusione, il trionfo nazionale alle Universiadi è un tributo all’impegno di questi campioni e il loro risultato straordinario dimostra quanto la dual career nell’ambito sportivo sia una ricchezza non solo per la crescita personale degli atleti, ma anche per il loro contributo e il loro messaggio indirizzato a tutta la società in generale.
La combinazione di eccellenza sportiva e successo accademico, supportata dalla psicologia dello sport, è un modello vincente che continua ad ispirare le future generazioni di studenti-atleti.

di Elena Uberti

Jonas Vingegaard vince la Cronometro e conquista il Tour De France

Ciclisti Tour De France

Il giovane talento danese Jonas Vingegaard di 27 anni ha dato prova di un’eccezionale forza mentale e fisica nella tappa cronometro individuale del Tour de France 2023, conquistandosi così il primo posto in classifica generale e il titolo di vincitore. La sfida a due con lo sloveno Tadej Pogacar di due anni più giovane ha mantenuto gli appassionati del ciclismo con il fiato sospeso fino all’ultima pedalata.

Battaglia epica tra Jonas Vingegaard e Pogacar: il duello più spettacolare del Tour de France 2023

La sedicesima tappa del Tour, una cronometro da Passy a Combloux lunga 22,4 km, è stata decisiva nel determinare il vincitore finale. L’attesissimo scontro diretto si è rivelato un assolo: Jonas Vingegaard ha dominato la gara, lasciando Pogacar a 1’38” di distacco per un totale di 1’48” nella classifica generale, dimostrando una superiorità straordinaria in questa disciplina. Il duello tra i due giovani ciclisti, in lotta alla pari, secondo dopo secondo, fino alla cronometro ha regalato emozioni e spettacolo allo stato puro, mostrando la bellezza del ciclismo nella sua forma più competitiva.

Il 18 luglio 2023, il danese ha mostrato, fin dalle prime pedalate, una concentrazione e un’esplosività senza precedenti. Il suo ritmo elevato e costante ha impressionato con una media di 41.227 km/h, ha spinto 450 watt su una bici da crono ed è stato in grado di divorare una salita ripida a velocità ascensionale di 2000 metri all’ora. La sua performance nella cronometro è stata lodata da Paolo Savoldelli, ospite di “Bike 2U“, il programma di Gian Luca Giardini in collaborazione con Sport 2U ed OA Sport, che ha definito la vittoria di Vingegaard uno dei gesti atletici più grandi degli ultimi vent’anni.

Vingegaard: La Forza Mentale che ha portato alla vittoria del Tour de France 2023

La forza mentale di Vingegaard ha svolto un ruolo cruciale nella sua vittoria. L’impeccabile preparazione ed il supporto del suo team gli hanno permesso di mantenere la calma e la concentrazione durante tutta la competizione. La sua costanza e durezza mentale gli hanno permesso di affrontare la lunga e impegnativa gara con obiettivi chiari e una gestione efficace della propria attivazione.

La vittoria di Vingegaard è stata un trionfo di determinazione e talento, confermando il suo status di giovane promessa del ciclismo mondiale. La sua conferma nella maglia gialla è stata accolta con entusiasmo dai tifosi e dagli addetti ai lavori, che ora si chiedono quale altro successo il danese potrà raggiungere nel corso della sua carriera e quali saranno i suoi prossimi obiettivi.

Tour de France 2023: il ruolo fondamentale dell’aspetto mentale nello sport ad alto livello

In conclusione, l’esperienza di Vingegaard e degli altri atleti al Tour de France 2023 è stata una dimostrazione di quanto sia importante l’aspetto mentale nell’ambito dello sport. Ci insegna che la preparazione accurata, la determinazione, la focalizzazione sugli obiettivi, la resistenza fisica e mentale, l’auto-motivazione e la gestione dell’attivazione sono tutti elementi essenziali per affrontare con successo le sfide dello sport di alto livello. Il risultato che il danese ha raggiunto è un incoraggiamento a tutti gli atleti a scoprire e gestire il proprio potenziale per affrontare le sfide con grinta e determinazione, proprio come ha fatto lui durante l’emozionante battaglia per il titolo.

E tu, come affronti le tue sfide sportive?

di Federica Cominelli

Mondiali di Nuoto 2023: l’unione fa la forza quando l’obiettivo è condiviso

Fukuoka, Giappone. La cornice sportiva è quella dei Mondiali di Nuoto 2023, XX edizione. La staffetta a stile libero formata da Alessandro Miressi, Manuel Frigo, Lorenzo Zazzeri e Thomas Ceccon ha regalato agli appassionati del nuoto e dello sport in generale, l’ottava medaglia di questa edizione. La medaglia, colorata d’argento, è stata conquistata nella staffetta 4×100 stile libero. La squadra italiana si è posizionata tra gli australiani che hanno conquistato il primo posto e gli americani che si posizionano in coda al team azzurro.

Mondiali di Nuoto: lo storico argento della 4X100 stile libero maschile.

La gara è stata estremamente avvincente, mostrando un continuo “testa a testa” tra le differenti nazioni in gara. Il primo segmento è stato percorso da Miressi che ha chiuso, i primi 100 metri, in 47,54, offrendo così alla squadra, anche se solo temporaneamente, la prima posizione. La seconda frazione è stata attraversata da Manuel Frigo che, anche lui, ha chiuso mantenendo la prima posizione con un parziale di 47,79, per lasciare la scena al compagno di squadra Zazzeri che ha completato anch’egli, ancora una volta, in prima posizione con un parziale di 47,91. Purtroppo non è stato sufficiente il meraviglioso tempo di Ceccon che ha chiuso la sua prova a 47,03 non sufficiente per contrastare il “rivale” australiano che si è aggiudicata l’oro posizionandosi a pochi millesimi di secondo dai nostri atleti.

Mondiali di Nuoto: quando la prestazione della squadra non è la semplice somma dei singoli membri

La pressione emotiva e la responsabilità che sente ogni membro della squadra sono altissime. Come in ogni sport individuale, ognuno si assume la responsabilità per successi e fallimenti ma in questo caso il risultato e le responsabilità sono condivise. La prestazione di ognuno può esaltare o vanificare quella dell’altro. Allora diventa essenziale, per mettere in vasca l’adeguata forza mentale, una chiara e condivisa pianificazione degli obiettivi. La pianificazione degli obiettivi non può essere solo di risultato (ho vinto – ho perso) ma anche relativa alla performance. Entrambe le tipologie di obiettivo sono correlate alla variabile temporale (breve, medio e lungo termine). La pianificazione degli obiettivi consente di mantenere alta la motivazione nel singolo e nel gruppo, permettendo ad ognuno di essere stimolo per l’altro. Come ogni abilità mentale, il goal setting, deve essere costantemente allenato, sia individualmente che in modalità gruppale. Ogni gruppo sportivo dovrebbe essere consapevole che la prestazione della squadra non è la “semplice” somma dei singoli membri, ma qualcosa di molto più complesso.

In conclusione, possiamo affermare quanto sia importante allenare costantemente una abilità mentale ritenuta “di base”. Il team azzurro ha mostrato una grande forza e resistenza mentale, lottando centimetro dopo centimetro al fianco delle corsie degli avversari.

di Sergio De Cillis

Mondiali di calcio femminile, upset della Nuova Zelanda sulla Norvegia

Mondiali calcio femminile, gli USA sono favoriti ma occhio agli upsets

Giovedì 20 giugno hanno preso il via i Mondiali di calcio femminile in Australia e Nuova Zelanda. La rassegna iridata, che vede al via le migliori 32 nazionali, ha subito regalato grandi emozioni e qualche colpo di scena nelle prime partite disputate.

La Norvegia, tra le squadre più accreditate al titolo, è infatti stata sconfitta per 1-0 dalla Nuova Zelanda padrona di casa, capace così di conquistare la prima storia vittoria in un Mondiale dopo ben 15 match disputati (3 pareggi e 12 sconfitte).

Mondiali di calcio femminile, non basta Hergberg: la Nuova Zelanda vince 1-0

Nonostante il pronostico pendesse tutto dalla parte della nazionale scandinava, grazie anche al ritorno della stella Hegerberg – ritornata in rosa dopo diversi anni di assenza per alcune divergenze con la propria federazione per il diverso trattamento salariale tra la nazionale maschile e femminile – è stata la Nuova Zelanda a sbloccare il risultato. Al 48’ minuto, Hannah Wilkinson ha infatti trovato la via del gol, risultato poi decisivo. La Norvegia ha infatti tentato in tutti i modi di rimettere in sesto la partita, senza però riuscirci.

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Mondiali di calcio femminile, Norvegia-Nuova Zelanda è l’ultimo di una lunga lista di upset

Il successo ottenuto dalla Nuova Zelanda sulla Norvegia è solo l’ultimo degli upset, ovvero dei risultati contro pronostico, che si sono verificati ai Mondiali di calcio femminile. Nel 1999, infatti, la Corea del Nord aveva battuto per 3-1 la Danimarca, mentre invece nel 2007 la Nigeria era riuscita addirittura a fermare sul pareggio per 1-1 la Svezia, grazie ad una rete segnata nei minuti finali dopo un lungo assedio scandinavo alla ricerca del gol del 2-0. Nell’edizione 2015, infine, la Colombia, in quell’occasione posizionata nel ranking mondiale al ventottesimo posto, è stata in grado di battere la Francia, squadra numero 3 al mondo, per 2-0 in una delle partite più incredibili nella storia del calcio femminile.
Diverse sono state le ragioni di questi risultati sorprendenti. Sicuramente tra queste figura l’importanza del gruppo e dell’aiutarsi reciprocamente per sovvertire ai pronostici.

Mondiali di calcio femminile, la forza del team

“Questa volta è stato diverso, perché ci siamo al lavoro insieme, come un’unica unità” ha commentato la match winner Hannah Wilkinson al termine della partita tra la Nuova Zelanda e la Norvegia.

A fare la differenza è stata quindi l’unità di intenti che tutte le componenti della rosa della nazionale ospitante hanno mostrato durante la partita. In una squadra, un elemento fondamentale affinché questo possa avvenire è la comunicazione: il dialogo costruttivo tra compagni e compagne di squadre favorisce fiducia e stima reciproca. Per far sì che questo possa avvenire è altresì importante la figura del leader, scelto dal gruppo e in grado di influenzare i membri verso scelte consapevoli e dirette ad un obiettivo preciso. In questo caso, la forza di squadra è stato un elemento cruciale, che ha fatto sì ci potesse essere un ribaltamento della situazione.

Siamo certi che le sorprese non mancheranno nelle prossime partite dei Mondiali di Calcio Femminile. E tu, avevi mai pensato alla forza del team come elemento cruciale durante una competizione?

 

di Tamara Sciuto

Wimbledon: la forza mentale di Berrettini contro Sonego

Matteo Berrettini ha superato Sonego grazie alla sua forza mentale in una sfida di grande prestigio

 

Wimbledon, uno degli eventi più prestigiosi nel mondo del tennis, ha regalato agli appassionati un’emozionante partita nel derby italiano tra Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. In una sfida combattuta, che ha messo alla prova non solo le abilità tecniche dei giocatori, ma anche la loro forza mentale, è stato Matteo Berrettini ad avere la meglio, vincendo con il punteggio di 6-7, 6-3, 7-6, 6-3.

Tennis, Wimbledon: Berrettini contro Sonego, una sfida equilibrata

La partita è iniziata all’insegna dell’equilibrio, con entrambi i giocatori che hanno mostrato una straordinaria determinazione fin dal primo set. Berrettini e Sonego hanno dato il massimo sul campo dimostrando la loro grande versatilità tattica nel gioco (cruciale specialmente su questa superficie). Il primo set è stato molto equilibrato e ha richiesto un tie-break per determinare il vincitore, con Sonego che ha avuto la meglio.
Tuttavia, Berrettini non si è lasciato abbattere dal risultato del primo set, anzi: ha espresso una crescente forza mentale e ha continuato a lottare 15 dopo 15 con convinzione. Nel secondo set, Matteo ha aumentato la sua intensità di gioco e ha trovato la sua strada per pareggiare il punteggio. La partita è diventata sempre più avvincente, ma non sono stati solo gli aspetti tecnici, tattici e atletici a rendere questa partita così intensa.

Tennis, Wimbledon: l’importanza mentale per avere la meglio in un torneo dello Slam

La complessità di affrontare un derby tennistico con un amico ha sicuramente aggiunto una dimensione emotiva all’incontro. Berrettini e Sonego si conoscono bene e da tempo, avendo condiviso molte esperienze nel corso degli anni. Affrontarsi a Wimbledon li ha indubbiamente sfidati a livello psicologico, ma entrambi i giocatori hanno saputo esprimere un grande rispetto reciproco durante tutto l’incontro.
Tuttavia, come spesso capita nel mondo del tennis, la partita non è stata priva di imprevisti. Il clima incerto di Wimbledon ha interrotto l’incontro a causa della pioggia, costringendo i giocatori a sospendere il match per ben due volte. Queste interruzioni hanno sicuramente aggiunto un elemento di incertezza e hanno messo alla prova la capacità dei giocatori di mantenere la concentrazione e il focus sul gioco. Berrettini ha saputo ben adattarsi alle circostanze e al ritorno in campo, dimostrando ancora una volta la sua resistenza mentale. Alla fine, è stato proprio lui a prevalere, mostrando un mix di abilità tecniche ma soprattutto un’evidente forza mentale. La sua vittoria contro Sonego a Wimbledon è un passo importante nel suo percorso nel torneo e nella sua carriera.

L’importanza della forza mentale nel tennis

In conclusione, la partita tra Berrettini e Sonego a Wimbledon è stata una battaglia emozionante che ha evidenziato non solo le loro abilità tecniche, ma anche e soprattutto la loro preparazione e forza mentale. Affrontare un derby tennistico con un amico e dover interrompere il match a causa della pioggia sono sfide che ogni tennista può sperimentare nella propria carriera.

Tu, quanto sei mentalmente allenato ad affrontare queste situazioni in campo?

 

di Elena Uberti

 

Anche ad aprile Sport Mindset Agency al al lavoro con le società italiane.

Anche nel mese di aprile sono proseguiti gli incontri tra le diverse realtà sportive italiane e i collaboratori di Sport Mindset Agency. La nostra Federica Cominelli ha infatti fatto visita ad alcune società tennistiche del Nord Italia pronta a lavorare insieme ai giovani atleti e ai rispettivi allenatori sui temi della psicologia sportiva.

Nello specifico Federica Cominelli ha fatto visita al Tennis Bergamo, al Tennis Club Modena e al Tennis Palazzolo.

Ottimi risultati per i giovani tennisti seguiti da Sport Mindset Agency

nnnUn fine settimana indimenticabile. Alcuni dei giovani tennisti seguiti dai consulenti di Sport Mindset Agency hanno infatti brillato nei diversi tornei di Junior Next Generation che si sono tenuti nelle scorse settimane. Ecco alcuni dei risultati:

 

Bianca Bissolotti del Tennis Crema ha vinto la seconda tappa del torneo di Biella riservata alla categoria Under 14, superando in finale Matilde Lampiano 6-3, 6-1. Nel corso del torneo l’atleta seguita dal maestro Armando Zanotti aveva sconfitto anche la testa di serie Melissa Rossi.

 

– Sempre a Biella, questa volta nel torneo Under 12, Emanuele Pilotto si è aggiudicato il torneo sconfiggendo Posca per 4-6, 6-2 e 6-1. Per il giovane atleta seguito dal team coordinato dal maestro Cosimo Napolitano anche la soddisfazione di aver raggiunto la finale per il doppio, il cui successo è sfumato sul più bello.traditionrolex.com

 

Tra le società tennistiche seguite da Sport Mindset Agency, invece, ottimi risultati per le squadre di Serie C del Tennis Club Milano e del Tennis Modena capaci di ottenere importanti vittorie utili per la classifica e per la crescita tecnica e psicologica degli atleti.

Ecco le Mental Smart Box di Sport Mindset Agency!

Lavorare sull’aspetto mentale per cercare di rinforzarlo sempre di più e poter così raggiungere un livello sempre più alto di gioco, a prescindere dal livello praticato. È questo l’obiettivo prefissato dalle nuove Mental Smart Box di Sport Mindset Agency, lanciate sul mercato digital da qualche settimana.

 

Le prime due Smart Box sono rivolte a tutti gli amanti del tennis, professionisti e amatori, grandi e piccini, che vogliono allenarsi mentalmente in maniera autonoma e con i propri tempi.

 

Nello specifico le due Mental Smart Box di Sport Mindset Agency sono dedicate alla forza mentale e alla gestione dell’ansia.

 

Mental Smart Box: Forza Mentale nel Tennis

Questa Mental Smart Box è caratterizzata da un percorso di training, pratica e confronto su come gestire la forza mentale nel tennis. Nello specifico si lavorerà sul goal setting, focus e self talk. Prevede 3 corsi teorici, 6 corsi pratici e 2 colloqui con un preparatore mentale

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Mental Smart Box: Gestione dell’Ansia nel Tennis

 

La Mental Smart Box dedicata alla gestione dell’ansia cercherà di lavorare sugli errori che vengono commessi nei momenti cruciali del match ma anche nella gestione psicologica degli appuntamenti più importanti. Nello specifico si lavorerà sull’ansia a livello base, intermedio e sul rilassamento. Prevede 3 corsi teorici, 9 corsi pratici, 2 colloqui con un preparatore mentale e un tutor.

 

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Siete pronti a migliorare la forza mentale nel tennis insieme ai professionisti di SMA? Non vediamo l’ora di aiutarvi!

Sport Mindset Agency al lavoro con il Tennis Club Modena

Non si ferma il lavoro di Sport Mindset Agency, che anche nel 2023 continua l’attività di supporto e collaborazione con molte realtà sportive italiane. Nei giorni scorsi SMA, con la nostra Federica Cominelli, è stata infatti ospite del Tennis Club Modena per una giornata di grande importanza sia da un punto di vista teorico che pratico a livello di psicologia sportiva.

I giovani atleti hanno infatti lavorato prima in aula e poi in campo per applicare le mental skill utili a gestire l’area mentale nel tennis, in particolare le routine sia nelle fasi di allenamento che in partita.

Davide Nicola: l’uomo delle salvezze impossibili a base di psicologia sportiva

Chi è appassionato di calcio non potrà cancellare dalla memoria le storiche salvezze del Crotone nel campionato di Serie A 2016 – 2017 e della Salernitana dello scorso anno. L’autore di quel doppio “miracolo” calcistico, così definito da tutte le maggiori testate giornalistiche sportive, è l’allenatore piemontese Davide Nicola.

L’IMPRESA DI CROTONE DI DAVIDE NICOLA

Dopo la gavetta in Serie B come allenatore di Livorno e Bari, Nicola approda a Crotone guidando i pitagorici nell’agosto del 2016 all’esordio in serie A. L’esordio è disastroso: soltanto due punti raccolti nelle prime dieci giornate di campionato. La situazione non cambia neanche dopo il calciomercato invernale e il Crotone arriva alla pausa di marzo con 14 punti su 29 partite giocate.

Ad aprile ecco la svolta: il tecnico piemontese accende i cuori dei tifosi prima della partita cruciale con il Chievo, dichiarando “Se ci salviamo vado da Crotone a Torino in bicicletta”.

E così fu. Prima la vittoria con il Chievo, poi quella contro l’Inter. Un pareggio con Torino e Milan e la vittoria contro Sampdoria, Pescara e Udinese. L’unica sconfitta è a Torino, contro la Juventus.

La salvezza si decide all’ultima giornata. La sfida è tra Crotone, impegnato contro la Lazio ed Empoli, un punto avanti rispetto al Crotone e impegnato con il già retrocesso Palermo.

È qui che si compie il miracolo: il Crotone batte la Lazio 3-1 e l’Empoli esce sconfitto da Palermo per 2-1. Crotone salvo e promessa del giro in bici mantenuta.

IL MIRACOLO SPORTIVO SI RIPETE: NICOLA COMPIE L’IMPRESA CON LA SALERNITANA

Scolpito tuttora nei cuori dei tifosi crotonesi, il miracolo calcistico si è ripetuto con un’altra squadra di provincia in forte difficoltà: la Salernitana. Nel campionato 2021 – 2022, Davide Nicola subentra a Stefano Colantuono che aveva lasciato la Salernitana a 13 punti in 22 partite disputate.

Da questo momento in poi diversi ecco arrivare diversi successi per Nicola che ottiene 18 punti in 16 partite riuscendo a salvare la squadra campana, ormai destinata alla retrocessione in serie B.

Definire queste imprese come dei miracoli sembra quasi riduttivo. Quello che tutti gli altri definiscono come “miracolo”, è in realtà il frutto di un duro lavoro mentale che l’allenatore fa con le squadre che prende sotto la sua ala protettrice.

I SEGRETI DIETRO AL LAVORO E AL SUCCESSO DI DAVIDE NICOLA

Davide Nicola non ha mai nascosto i suoi principi e valori davanti ai microfoni o social. Nell’intervista rilasciata al “Il terzo uomo”, Nicola spiega: “Il rapporto con i miei giocatori è basato sull’intelligenza emotiva e tecnico-tattica, allenabili entrambi. C’è un grandissimo lavoro dietro: di un giocatore guardo la sua intelligenza, l’entusiasmo e l’umiltà, oltre alla voglia di migliorare. Definisco degli obiettivi e delineo la strada”.

Da questa citazione si possono cogliere diversi aspetti mentali che noi professionisti della psicologia dello sport cerchiamo di affrontare con i nostri atleti.

Innanzitutto parla di intelligenza emotiva, importantissima abilità mentale che permette ai giocatori di poter riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui nonchè di identificare le emozioni disfunzionali e, infine, di saperle gestire e sfruttare in maniera positiva.

Nicola parla poi di definire degli obiettivi per delineare la strada da percorrere. Questo non può che essere un chiaro riferimento al Goal Setting, abilità mentale che permette di definire correttamente gli obiettivi usando l’approccio S.M.A.R.T.

Un altro aspetto che colpisce delle parole di Davide Nicola, è l’importanza che dà all’allenamento e alla voglia di migliorarsi. L’allenatore ha colto l’essenza della psicologia dello sport: allenare la mente così come si allena un gesto tecnico o la forza fisica.

Riferendosi a ciò che per lui significa essere allenatore di calcio, Davide Nicola dice “la forza di un allenatore sta nel cercare un’identità di squadra, con l’identità i risultati arrivano…L’allenatore che sposa un progetto deve creare e costruire i valori attraverso l’identità di gioco, raggiungendo gli obiettivi prefissati”.

La forte motivazione che troviamo nelle squadre allenate da Nicola, è basata, quindi, sull’identificazione di valori comuni ben definiti tra tutti i membri della squadra e tanta attenzione al lavoro di squadra .

Un altro punto su cui Nicola fa leva è la leadership: “devo trasferire sicurezza a chi mi è intorno… Mentalità e razionalità sono i punti cardine di tutto”.

Nicola è sicuramente riuscito a stabilire un rapporto positivo con tutta la squadra basato sulla comunicazione personale con ogni singolo calciatore, sul rinforzo positivo, sulla chiarezza e condivisione di obiettivi e valori, sulla fiducia e sull’aiuto nello sviluppo di abilità e capacità tecniche e umane.

Il fatto che non siano stati solo miracoli, lo dimostra il fatto che ogni anno Davide Nicola è sempre lì su quel campo, pronto ad eguagliare quanto fatto l’anno prima, cercando sempre di migliorare così come sta facendo in questo campionato alla guida della Salernitana.

Davide Nicola non è solo l’uomo delle salvezze e dei miracoli calcistici ma è l’allenatore che tutti noi, psicologi e appassionati di calcio, vorremmo avere in ogni squadra.

di Loris Parente

Iniziato il progetto tra Sport Mindset Agency e il Tennis Club Crema

Sport Mindset Agency e il Tennis Club Crema hanno iniziato un nuovo progetto rivolto alla crescita dei giovani atleti. Nei primi appuntamenti che si sono tenuti hanno avuto luogo sia lezioni in aula che allenamenti pratici.

Si tratta di insegnamenti utili per capire che cosa sono le mental skill, migliorando così il proprio rendimento e comportamento dentro e fuori dal campo.

Mikaela Shiffrin: cosa succede nella mente dei Numeri Uno?

Tutti conosciamo Mikaela Shiffrin come una macchina da guerra, un’atleta studiata nei minimi dettagli fin da bambina, che ha fatto sì del talento, ma anche del duro lavoro, la sua arma vincente. Su questo non ci possono essere dubbi, è la numero uno sotto ogni punto di vista. Ha sempre abituato tutti a vincere con distacchi abissali ogni gara a cui prendeva parte, ed era come se fosse consapevole della sua vittoria ancor prima di passare il traguardo.

Negli ultimi anni non mostrava neanche più entusiasmo quando vinceva, considerava la sua vittoria “scontata”, facendo tralasciare l’idea che si sentisse superiore rispetto alle altre avversarie. Insomma, sembrava un personaggio montato a tavolino, programmato in modo tale che nessun imprevisto, nessuna pressione e nessuna emozione potesse fare da ostacolo tra lei e la vittoria.

Ma da febbraio 2020 qualcosa è cambiato, niente avrebbe potuto preparare la campionessa di sci alpino a ciò che le sarebbe capitato. L’improvvisa morte del padre che cadde dal tetto mentre lavorava nella casa in Colorado, un debilitante infortunio alla schiena, il risultato positivo ad un test COVID-19 che la costrinse a saltare alcune gare di Coppa del Mondo e, in seguito, una delle sequenze più scioccanti della storia di questo sport: la squalifica non da una, non da due, ma da tre gare ai Giochi Olimpici Invernali del 2022.

Ed è proprio in questa occasione che Her Majesty, come viene chiamata nel circo bianco, per la prima volta si è mostrata “umana”.

Dopo essere scivolata nello slalom, nonchè la sua specialità, la fuoriclasse ha deviato a lato del percorso, si è tolta gli sci e ha chinato il capo mentre le telecamere riprendevano la scena.

In passato, avrebbe potuto nascondere il suo esaurimento con frasi fatte sull’essere mentalmente forti o sul superare il dolore.

Questa volta, la Shiffrin ha preferito unirsi alla schiera di importanti atlete che nella storia recente hanno fatto luce su argomenti un tempo tabù come la salute mentale, i traumi, la pressione sulle prestazioni e mostrare la sua vulnerabilità. Ha affermato che è una persona diversa da quella che noi tutti e lei stessa conosceva e non voleva più nascondere i suoi sentimenti, ma mostrarli senza vergogna.

Ma cosa succede veramente nella testa dei Numeri Uno in queste circostanze? Ricordiamoci che questi fuori classe vivono l’agonismo allo stato puro e le loro forze fisiche e mentali sono incentrate su un solo risultato possibile e quando questo non accade tutte le loro credenze vengono messe in discussione.

Per la Shiffrin la morte improvvisa del padre è stato un vero e proprio choc. Non riusciva a dormire. Non riusciva a mangiare. La maggior parte dei giorni non aveva nemmeno voglia di sciare. Quando le tue priorità vengono messe in discussione da un incidente o da una tragedia del genere, cominci a chiederti: “Perché mai le gare sono state così importanti per me?”

Sei settimane dopo la morte di suo padre, il mondo si è chiuso a causa del COVID, il resto del tour di Coppa del Mondo di quell’anno è stato cancellato e la Shiffrin è rimasta lontana dalle piste per tre mesi, allenandosi quasi esclusivamente nella palestra di casa.

Questo periodo di pausa l’ha portata a rendersi conto di quanto si fosse lasciata definire dal suo sport.

Durante un’intervista ha dichiarato che è stato molto difficile per lei separare Mikaela come persona, con la sua autostima, dalle sue gare.

In questo periodo buio, il lavoro dello psicologo dello sport è stato fondamentale per cercare di rimarginare quella ferita enorme che tutto questo le aveva lasciato.

Ha iniziato questo percorso parlando di quello che le è successo relativamente al lato “sportivo” e questo l’ha aiutata a fare delle connessioni. Durante questo percorso ha capito l’importanza del tempo e che per andare avanti doveva guardarsi indietro. Ha fatto un lavoro sulla consapevolezza, rendendosi conto che non sarà mai più quella che era prima, ma può sempre ricordarsi alcune di quelle sensazioni passate e della forza fisica e mentale che aveva. Come obiettivo si era posta quello di tornare a sentire quella attivazione, quel focus e quell’intensità che la caratterizzava, per poi incominciare a mettere insieme tutti i pezzi, a partire dalle sue emozioni.

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Sapevo che dovevo affrontare questo problema, e potevo scegliere di farlo con vergogna o a testa alta, mettendo a nudo la mia anima“.

Da questa affermazione, rilasciata nel corso di un’intervista, si è potuto capire quanto sia stato importante il lavoro svolto insieme allo psicologo, percorso necessario per imparare a riconoscere, comprendere e gestire le sue emozioni, quei sentimenti che ha cercato di reprimere in tutti questi anni, poiché considerati come una debolezza, e che adesso ha sentito la necessità di esternare per trovare la forza fisica e mentale.

Dopo 10 mesi e 300 giorni di assenza, a fine novembre 2020, l’abbiamo finalmente vista tornare in pista a Levi, ottenendo un secondo posto. Dopo un mese ecco arrivare la vittoria in Slalom Gigante a Courchevel per una reazione sul gradino più alto del podio davvero toccante. Vedere proprio Lei, tornare a vincere e commuoversi come non aveva mai fatto, fece scendere una lacrima a tutti i sostenitori.

Questo era solo un assaggio di quanto poi è accaduto nelle ultime due stagioni, compresa quella 2022, che possiamo definire come particolare in quanto ha riassunto tutti i suoi stati d’animo degli ultimi anni. Alle Olimpiadi l’abbiamo vista mostrarsi davanti alle telecamere, delusa e affranta dopo non essere riuscita a concludere le tre gare, mentre nell’arco della stagione di Coppa del Mondo abbiamo rivisto in lei il fuoco che la caratterizzava e che le ha permesso di aggiudicarsi la Coppa di Cristallo Generale.

La nuova stagione è appena iniziata: che Mikaela vedremo in pista?

di Ginevra Bonasia

Baseball: le mental skill dietro la rinascita di Framber Valdez, stella degli Houston Astros

Per me il suo aiuto vuole dire molto. Credo che io gli debba il 75% della mia carriera. Mi ha insegnato tanto riguardo la disciplina, su come gestire le mie emozioni e restare concentrato durante la partita”.

Non si nasconde Framber Valdez nel raccontare l’importante supporto che sta avendo da Andy Nunez, dottore del gruppo di mental skill degli Houston Astros, squadra di baseball americano con la quale sta giocando da diversi anni. Dopo aver vissuto le stagioni 2018 e 2019 con risultati abbastanza deludenti, il lanciatore classe 1993, originario della Repubblica Dominicana, ha deciso di chiedere aiuto al Dottor Nunez, soprannominato “Dr.Andy”, soprattutto dagli atleti più giovani che è solito seguire.

I risultati sono piano piano arrivati, fino a quelli di quest’anno che sono stati a dir poco notevoli.

Valdez ha infatti chiuso la stagione regolare risultando uno dei migliori pitcher del campionato. Ha vinto 17 partite contro le sole 6 sconfitte incassate per una media di punti guadagnati pari 2.82. In poche parole è diventato un punto fermo della rotazione della sua squadra.

Ancora meglio ha fatto in questi ultimi giorni ai playoff, dove ha imbrigliato con i suoi lanci a effetto i forti attacchi dei Seattle Mariners e dei New York Yankees, e ha trascinato i suoi Astros alle World Series contro i Philadelphia Phillies, atto finale del campionato che prende il via venerdì notte.

Quando qualche anno fa abbiamo iniziato a lavorare insieme non stava vivendo un bel momento” ha spiegato Nunez in un’intervista al sito MLB.com. “Prima di tutto abbiamo cercato di cambiare la sua mentalità e di dargli gli strumenti necessari affinché riuscisse a controllare sé stesso. Il lavoro sulle mental skill che sta facendo gli ha cambiato la vita e il modo di giocare. Posso dire che gli ha proprio cambiato il modo di vedere la vita. È stato un totale cambio di prospettiva che gli ha fatto bene”.

Valdez e Nunez sono soliti infatti parlare prima e dopo ogni partita. È infatti necessario capire prima di tutto i punti sui quali lavorare per affrontare la gara nel migliore modo possibile e poi analizzare il risultato ottenuto, soffermandosi sia sulle cose positive che su quelle negative.

Avere un piano e sapere come comportarsi è fondamentale per affrontare al meglio ogni match – analizza Nunez – ed è un qualcosa che Frambler non aveva mai fatto prima. Non a caso era ansioso prima della partita e diventava nervoso durante la gara, sbagliando lanci e compromettendo così la sua performance. Il rapporto che abbiamo è basato principalmente sulla fiducia. Si focalizza sul modo in cui mi parla. Io non lo fermo mai, lo ascolto e cerco di dargli i consigli di cui ha bisogno. È un lavoro continuo, che non cessa mai”.

Non è un caso che di solito il lanciatore degli Houston Astros si sieda in panchina con gli occhi chiusi, cercando di rilassare la propria mente e corpo, e di pensare ai tipi di lanci da eseguire deve eseguire per poter svolgere al meglio il proprio lavoro e raggiungere così gli obiettivi fissati.

Da quando ha iniziato a farlo la musica è letteralmente cambiata in campo. Per questo siamo sicuri che anche sabato notte Valdez svolgerà la stessa routine pre-partita prima di scendere in occasione di gara 2 delle World Series contro i Philadelphia Phillies in una gara che può valere un titolo mondiale.

La foto è presa dal sito MLB.com

MotoGp: Francesco Bagnaia e le mental skill utilizzate nella rimonta per il titolo mondiale

Nella MotoGP moderna la preparazione mentale del pilota è divenuta un aspetto sempre più importante per sfruttare al massimo le prestazioni sviluppate dagli ingegneri delle scuderie.

Lo sa bene Francesco Bagnaia considerato, sin dagli inizi del Mondiale, uno dei principali favoriti per la conquista della corona iridata.

L’inizio di stagione per il pilota della Ducati è stato però quasi del tutto in salita. Una serie di errori scaturiti da tentativi di recuperare terreno sugli avversari – complice una fase del sorpasso divenuta più complicata nell’intero panorama della MotoGP – gli ha infatti impedito di prendere punti in 4 gran premi.

“A inizio stagione ci aspettavamo qualcosa in più, ma non è stato facile perché c’erano varie difficoltà” ha commentato Bagnaia alla stampa italiana.

Sicuramente partire con alte aspettative addosso e, per diversi motivi, trovarsi sotto di 91 punti rispetto al proprio rivale Fabio Quartataro, ha messo grande pressione addosso al pilota Ducati.

“Mi sento molto fortunato perché la mia passione è diventata il mio lavoro, ma sta diventando sempre più difficile e stressante” il suo commento a riguardo.

Nonostante ciò, Bagnaia è riuscito a mantenere focus e motivazione alti, concentrandosi sulle gare rimanenti e riducendo gli errori. Ha ottenuto 4 vittorie di fila e ha recuperato di gran carriera il distacco da Quartararo.

Pecco Bagnaia: il lavoro sulle mental skill per puntare al titolo della MotoGP

L’ottimo trend delle prestazioni del pilota della Ducati è dovuto a due grandi motivi: l’evidente miglioramento della moto e un investimento del pilota nello sviluppo delle sue mental skill. Tra queste ci sono, ad esempio, il ripassare mentalmente tutto il circuito in ogni sua curva o punto di frenata e l’immaginarsi la piega in curva o il rilascio del gas (imagery)

La motivazione in gara, inoltre può essere allenata attraverso il self talk e l’incanalamento delle risorse cognitive verso i propri obiettivi (goal setting): “Nelle gare dove ho dovuto recuperare, l’ho fatto e ho superato”.

Un altro esempio può essere la gestione dell’ansia in qualifica, dove si può essere esclusi per una questione di decimi, se non millesimi di secondo.

Ne ha parlato Francesco Guidotti, team manager KTM: “Le circostanze in MotoGP ti portano ad essere il migliore e sentirti il migliore grazie a pochi millisecondi, ma poi puoi anche sentirti una schifezza a causa di pochi millisecondi. Devi sapere come gestire questi momenti”.

Pecco Bagnaia ha capito perfettamente come riuscirci, grazie a un ottimo lavoro sulle mental skill, ed è ora distante pochi punti dal laurearsi campione del Mondo. Decisive saranno le ultime 2 gare del Mondiale – in Malesia e Spagna – per sapere se avrà compiuto a tutti gli effetti una grande impresa sportiva.

di Giacomo Cresta

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