Nelle discipline equestri, ancor prima della componente tecnica, della preparazione fisica, il costrutto fondamentale che permette di praticare questo sport, nelle sue diverse specialità, è la relazione.
Relazione che il cavaliere instaura con l’altra componente del binomio: il cavallo, un animale dalle dimensioni e dal peso importanti, con cui è necessario saper comunicare in modo chiaro ed efficace. La comunicazione e la relazione sono fondamentali per ottenere qualsiasi risultato, dal vincere un Gran Premio, allo spostarsi dal punto A al punto B insieme, senza essere abbandonati indietro a seguito di una fuga o rimanendo invece bloccati al punto iniziale per un tempo indefinito.
Relazioni ed emozioni
Come in tutte le relazioni, centrale è l’importanza attribuita alle emozioni. La consapevolezza delle emozioni che proviamo ogni volta che saliamo a cavallo è un fondamentale elemento da cui raccogliere informazioni, sulla natura della situazione, sul nostro stato psicofisico e, non certo per ultimo, sullo stato psicofisico del cavallo. Accade, anche qui, come in tutte le relazioni, che vi siano incomprensioni e che le richieste del cavaliere non ottengano da parte del cavallo la risposta sperata. Questo tipico esempio ci può aiutare a capire meglio l’importanza della consapevolezza delle emozioni che proviamo quando entriamo in contatto con questi straordinari animali.
La paura è negativa?
La paura è un’emozione che può verificarsi all’interno sport come l’equitazione, in cui sono presenti pericoli oggettivi. Questa emozione ci ricorda, innanzitutto, un sano desiderio di auto conservazione: il segnale di un pericolo da cui proteggerci, o, ancora, il desiderio di perseguire un obiettivo a noi caro. Riconoscere, accettare e gestire la paura ci permette di avere un approccio lucido alla situazione ed agire nel modo migliore per risolvere la contingenza e superare gli ostacoli (letterali e simbolici) che si pongono davanti all’atleta e, in questo caso, al binomio. La paura è un’emozione forte, legata ad alti livelli di attivazione: il sistema nervoso simpatico si attiva e a livello fisiologico avvengono cambiamentiimportanti (Adolphs, 2013), come l’aumento della frequenza cardiaca, aumento della sudorazione e del rilascio di adrenalina; aumenta anche la tensione muscolare. Tutti questi segnali fisiologici vengono letti dal cavallo, filogeneticamente determinato come preda, come segnali i ulteriore pericolo: se ti preoccupi anche tu, come posso essere tranquillo io?
“Non devo più provare paura quindi?”
È importante, dunque, far sì che tale attivazione fisiologica venga riconosciuta, compresa e gestita da parte del cavaliere/dell’amazzone, così da poter utilizzare la giusta quantità di attivazione fisica per comunicare con il cavallo ed indirizzarlo verso l’obiettivo, come andare oltre all’ostacolo o semplicemente avanzare nella direzione da noi prescelta dopo un momento di fuga o simili.
Non provare più paura è irrealistico e dannoso.
Le domande da porsi sono, dunque: cosa ci sta comunicando quella emozione che stiamo provando? Cosa possiamo fare per gestirla in modo funzionale per noi e per il nostro partner equino, o in generale per la nostra performance sportiva? In breve: di cosa abbiamo bisogno in questo momento? Da questa domanda si aprono mondi interi per il mondo della psicologia, in questo caso quella sportiva. Lo psicologo dello sport, in SMA, si occupa di accompagnarti nel tuo percorso verso una maggior consapevolezza e capacità di gestione delle tue emozioni; processo che, irrimediabilmente, passa per l’identificazione di quelli che sono i tuoi bisogni. Sei pronto/a a scoprirli?
Bibliografia:
Adolphs, R. (2013). The biology of fear. Current biology, 23(2), R79-R93.
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